A Borgo Pio, poco dopo il famoso e chiacchierato graffito del papa di Maupal, una porticina ci porta all’interno del teatro Le Salette, avvolgente e intimo, ideale per la rappresentazione andata in scena negli ultimi giorni de L’Amante di Harold Pinter. Una storia che vede protagonisti un uomo e una donna e le loro rispettive “scappatelle”, o almeno così sembra, sinceramente dichiarate come una semplice routine quotidiana.
Già! La coppia sposata da più di 10 anni, Richard e Sarah, vivono quel tran tran quotidiano fatto di lavoro e vita domestica che, a lungo andare, ha creato una distanza facendo perdere quel brio al loro rapporto e che, grazie ad un triangolo, anzi in questo caso un quadrato amoroso, si rilancia nella passione dei primi tempi.
Ma se l’amante non fosse quello che sembra? All’inizio si rimane spiazzati dalla mente aperta del marito, che accetta con nonchalance gli incontri adulteri della moglie nella loro stessa casa e la tranquillità di lei nel sapere che il marito si concede alcuni pomeriggi in compagnia di una prostituta. Poi si rimane sorpresi nello scoprire che in realtà amante a prostituta non sono altro che gli stessi coniugi che interpretano dei ruoli. Una coppia che, forse stanca e con la passione assopita, si ritrova a cercare di ravvivare il rapporto, creando situazioni paradossali, fingendo una trasgressione che non esiste, pur di riaccendere quella scintilla di passione che si sta affievolendo. Basterà? Forso no, forse si, si vedrà!
Quante coppie potrebbero rispecchiarsi davvero nella storia di Harold Pinter, messa abilmente in scena da Alessandro Lupi e Martina Menichini e diretti magistralmente da Felice Sandro Leo? Certamente molte, ma quante però invece lascerebbero libero sfogo al sesso eliminando alcuni tabù e lanciandosi in particolari giochi di ruolo con l’intento di evitare il fatidico “basta”? Bello, audace e anche discretamente romantico.
Lo spettacolo è stato ben strutturato, le scenografie semplici e basilari ma allo stesso tempo funzionali, protagonisti, insieme ai due attori, sono stati senza dubbio gli abili giochi di luce che hanno creato le atmosfere ideali per dar sfogo all’immaginazione nei momenti di silenzio, momenti che lasciano immergere lo spettatore in quel limbo che, a tanti di noi è successo, porta al non dialogo con il partner e al dialogo di circostanza. Ma poi la routine è veramente un male in una coppia?
Interessante, durante i cambi, l’interpretazione dei due tangheri che hanno portato sul palco la passione e il gioco dei sessi del tango argentino, una metafora della passione, secondo noi, che ha avvolto l’intera piece teatrale.
Fonte fotografica: Teatro Le Salette
