“I don’t wanna smile” è il singolo di esordio della giovanissima artista bresciana Dilemma (Gaia Parzani). Il brano, uscito il 26 Marzo 2021, vuole essere una denuncia alla società odierna, fatta di sorrisi finti e forzati, di apparenza e socialità virtuale: un disagio tipico dell’adolescenza, portato all’estremo dalle attuali restrizioni dovute alla pandemia.

Al brano si accompagna un video, per la regia di Federico Folli,che interpreta visivamente il messaggio del testo, scritto da Dilemma stessa e musicato dal maestro Giancarlo Prandelli.

Ne abbiamo parlato con lei, per scoprire qualche dettaglio in più…

Da dove hai preso ispirazione per “I don’t wanna smile”?

Ho preso ispirazione da più pensieri che avevo in mente, ripensando ad alcune situazioni in cui mi ritrovavo a fingere un sorriso quando non avevo voglia di “essere felice”, volevo stare sola in camera mia a pensare in silenzio. L’ho scritta mentre ero in spiaggia, ad agosto 2020: vedevo le persone camminare sulla passerella, erano tutti entusiasti, e in quel momento lo ero anche io, ma poi sono stata riportata a quando invece volevo solo stare da sola. Del resto è da un anno che siamo costretti a rimanere in casa, molti miei coetanei credo si siano abituati alla solitudine, di conseguenza l’entusiasmo e la voglia di sorridere è meno presente. Il mio messaggio, però, non deve essere visto come espressione di un disagio, ma piuttosto di un semplice stato d’animo che dovrebbe essere considerato normale nell’adolescenza. 

Vuoi parlarci del video?

Il video, di Federico Folli con  il contributo artistico del Maestro Giancarlo Prandelli, rispecchia il concetto che volevo rappresentate con la canzone. È ambientato in montagna, quindi sicuramente ricorda un “distacco” dalla realtà sociale a cui tutti ci sono ormai abituati, veicolata dalla tecnologia, virtuale; ma ricorda anche una sfida, quella di tornare ad attribuire il giusto peso alle situazioni autentiche e alle esperienze vissute nella vita reale. Nel video suono più strumenti e canto, quindi uso tutti i mezzi che ho a disposizione per trasmettere il messaggio, come se lo stessi metaforicamente urlando.

Come ti sei avvicinata alla musica?

I miei genitori hanno sempre cercato di introdurre me e le mie sorelle nel mondo della musica, proprio perché anche loro avrebbero voluto che i loro genitori l’avessero fatto. Tutte e tre abbiamo frequentato l’accademia, suonando tre strumenti diversi. Mio padre, poi, mi ha trasmesso la passione per la musica rock, punk e per il cantautorato italiano. Mia madre, invece, mi ha trasmesso quella per le ballad ed il pop. Nel tempo ho iniziato a scoprire indipendentemente nuovi generi e cantanti di cui mi sono appassionata e che sono più indie rock e pop.

Che progetti hai per il futuro?  E quali sogni?

Per ora ho solo un progetto, che è fare musica e farlo senza avere paura dei pregiudizi. Per quanto riguarda i sogni… ne ho tanti per il futuro, ma soprattutto ho voglia di mettermi in gioco con la musica e di esprimere quello che sento attraverso di essa. Ho la fortuna di essere supportata da una squadra che crede in me, il Maestro Prandelli  (GNE Records), con cui sto lavorando per la realizzazione di altri brani… Spero che questo percorso diventi una professione in futuro, chissà…Ad oggi non riesco a vedere un altro percorso tanto giusto quanto questo nella mia vita.

Ph. Elisabeth Lens

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