“La vera me”, è questo il titolo del nuovo progetto discografico di Paola Angeli, un album, con l’omonimo singolo di lancio, fuori dal 22 gennaio 2024 e composto da dodici brani arrangiati da Giancarlo Di Maria di cui undici originali e una cover di Bob Dylan. Paola è autrice completa di testi e musiche (eccetto due pezzi scritti a quattro mani con Giancarlo Di Maria e Anna Regazzoni, “La donna col pollice grande” e “La Signorina Marie”) usa la canzone come strumento introspettivo per analizzare alcuni spazi della propria interiorità.

il singolo di lancio, con il suo testo squisitamente pirandelliano, suggerisce di gettare quelle maschere nate a protezione della parte più vera e delicata dell’Essere Umano, che finiscono però per soffocarlo e per tarpare le ali ai sogni più importanti. Un volo liberatorio fa assaporare all’ascoltatore la conquista di una libertà che è scoperta del vero Sé. Messaggio che lo stesso videoclip vuol enfatizzare declinandolo all’attualità e alla tragica necessità di un’apparenza “di plastica”, che vive e si estrinseca in un mondo altro, virtuale, dove non è ammesso essere se stessi e mostrare la propria natura, ma diventa necessario sfoggiare una finta bellezza. Ma è Paola stessa a dirci di più…

“La vera me” è un disco atteso e voluto, raccontaci qualcosa della sua genesi

“La vera me” è un disco particolare per via della sua nascita particolare. A questo proposito devo ringraziare Giancarlo Di Maria, che non solo lo ha prodotto, arrangiato e realizzato, ma ha contribuito in maniera fondamentale, dal punto di vista emotivo, alla sua crescita. Insieme abbiamo curato ogni parola, le melodie, l’intenzione vocale, il significato profondo di ciascun brano. E’ stato un lavoro molto lungo, delicato, sentito perché ogni canzone mi rappresenta nella sua individualità e tutte insieme sono me stessa, Paola, “la vera me”. Un lavoro che rappresenta il corollario del mio percorso professionale da tutti i punti di vista; i contenuti sono molto femminili perché ho voluto inserire nel disco canzoni con evidenti riferimenti all’universo femminile, sentendo forte l’urgenza di valorizzare caratteristiche come la sensibilità altissima, la capacità di trasformare la paura in un’occasione di crescita, la bellezza interiore, la consapevolezza, il coraggio, l’intelligenza e la sincerità.

Quali sono le novità di questo album?

La novità è certamente l’uso più maturo e consapevole della voce e il desiderio di esprimere tematiche importanti in modo più diretto, ma al contempo il punto di continuità è dato dal dialogo ininterrotto tra la mia voce e il pianoforte, strumento al quale sono molto legata, nonostante il disco si sviluppi in un sound elettro-pop. Posso affermare che “La vera me” è un album in divenire dal punto di vista dello stile e delle scelte interpretative, c’è un uso della voce un po’ diverso dal mio solito, canto con più delicatezza, le parole a volte sono sussurrate e questo dona all’intero progetto un sapore raffinato e allo stesso tempo incisivo.

Parliamo più in dettaglio del singolo di lancio e del relativo video

“La vera me”, singolo, è una canzone azzardata, sia dal punto di vista armonico che melodico, totalmente in controtendenza rispetto al mercato attuale, con sonorità classiche, mescolate ad un sound elettronico. Il pezzo assume dei connotati cinematografici tanto che realizzare un   videoclip era doveroso, per dare una veste visiva alle tematiche e caratteristiche del brano,   (https://youtu.be/bX6zfeQJcNk). Il video nasce da un’idea di Matteo Sambero, che ha saputo tradurre in immagini incisive il messaggio. La protagonista sono io, ma sono certa che tutte le persone che lo vedranno potranno ritrovarsi perché il video racconta il bisogno di mostrare la parte più vera di noi, “La vera me” appunto, che finisce inesorabilmente per divorare le maschere che ogni giorno indossiamo per essere accettati, amati, per essere troppo spesso, come gli altri ci vogliono. Il video si avvale anche della presenza di Gino Rodella che in una performance estemporanea costruisce un vestito con materiali di recupero e soprattutto plastica, a sottolineare una esistenza “fake”, innaturale ma tristemente diffusa; così il vestito rappresenta simbolicamente una sorta di crisalide dalla quale mi libero, per mostrare la mia essenza, la vera me stessa.

Cosa bolle in pentola per i prossimi mesi?

Intanto ci dedichiamo alla promozione dell’album, ma riprenderemo presto anche la serie di video pubblicati nei social e Youtube, dal titolo “La signorina Marie”, un viaggio tra musica, arte, cinema, cultura; inoltre cercheremo con qualche evento live di far sì che questo progetto arrivi a tanti, non solo virtualmente;  il mio augurio resta quello  di vivere di musica; come scrive Rilke “l’arte è solo una maniera di vivere e ci si può preparare ad essa vivendo”.

Ph Chiara Sardelli

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