Nella penombra del cambio di scena, la stanza d’ospedale si trasforma in un delizioso appartamento: una lunga scala si staglia verso i piani alti di un palazzo. Finalmente liberi, finalmente fuori, anche se i tic nervosi e le paure sembrano prendere il sopravvento, i due “matti da slegare”, per sfuggire al ricovero coatto, devono “reinserirsi” nella società, dimostrare di essere autosufficienti. Lo stabilisce il programma sanitario nazionale… Eh già! Ma loro, Gianni ed Elia, son così affiatati da sembrare, più che matti, novelli Felix e Oscar del film “La strana coppia” (1968, regia di Gene Sacks). Non si tratta, intendiamoci, della vita di due scapoloni che giocano a poker con gli amici, bevono fiumi di whisky, parlano al telefono con la moglie di assegni familiari, o sono ossessionati dalle pulizie di casa. Magari qualcosa in comune c’è: l’ossessione per la pulizia, i legami familiari , l’essere trasandati. Per il resto i due “matti da slegare” sono “una strana coppia” come tutte le altre, che vive i momenti belli e brutti della convivenza: il primo litigio, il fare la pace, l’osservare i vicini di casa- trasportatori abusivi di piccoli alligatori per future borsette -il rumore del telefono che fa paura e poi si usa la notte per conversazioni erotiche costosissime. Tutto è splendidamente nuovo per i protagonisti e per lo spettatore : la prima cena assieme, preparata per “far colpo” sulla vicina incinta, mollata da un bruto sudamericano, il quadro di mammà appeso alla parete, il voler ascoltare la radio a tutti i costi, e ritrovarsi a ballare assieme. E ancora… la prima volta al cinema con l’assistente sociale che ha un “fidanzato” lontano e si fa le sigarette con il tabacco. Cose mai fatte, cose mai dette prima , mai confessate in un crescendo straripante di battute e di gags umoristiche! I due “matti da slegare” rappresentano- in modo originale e talvolta poetico – il clown nero che vuol fare, dominare ed è preciso e quello bianco incapace, buffo e pasticcione. Una commedia gustosissima piace a tutti, come un buon vino d’annata. Interpreti eccellenti. I due “matti da slegare”, in stato di grazia. Si sa, con il Teatro Vittoria, come peschi, peschi bene.
Vox Pupuli
Il pubblico all’uscita del teatro: “Meno male, quanto abbiamo riso!”.
Titoli di Coda
Matti da Slegare di Axel Hellstenius
Versione italiana della commedia Elling & Kjell Bjarne
Traduzione Giovanna Paterniti
Con Giobbe Covatta ed Enzo Iacchetti
E con Irene Serini, Sara Damonte
Scene e costumi Francesca Pedrotti Disegno
Luci Carlo Signorini
Musiche Ugo Gangheri
Adattamento e regia Gioele Dix
Produzione Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano e Mismaonda