Il trio de I Ditelo Voi (Francesco De Fraia, Raffaele Ferrante e Domenico Manfredi) si cimenta nel Gomorroide-il Film, reduce dai successi ottenuti con la sit-comedy Gomorroide su you tube. Gli autori del film hanno dichiarato che, prima della nascita di Gomorroide, volevano satireggiare qualcosa di “serio”, come la mafia, ma di volerlo fare in modo “leggero”, cercando di sensibilizzare il pubblico.Gomorroide – il Film è una commedia parodistica che rivisita in chiave farsesca “Gomorra”di Matteo Garrone, film tratto dall’omonimo romanzo di Saviano: le scene “cult”del celebre film “modello”, dalla scena dell’omicidio del mafioso mentre si fa la lampada, alla sparatoria dei due adolescenti seminudi con il kalashnikov, diventano comiche, a colpi di gag.
Si può ridere della mafia?
Senza scomodare le pellicole dei mostri sacri come Chaplin, Buster Keaton e Mack Sennet -inventori del sottogenere comico slapstick- si pensi a quanti film parodia o “spoof movie”, sono stati girati rileggendo in chiave grottesca o farsesca la trama originale.
Con il film The Producers-una gaia commedia neonazista del regista americano Mel Brooks si può certamente affermare quanto il cinema abbia satireggiato su fenomeni ben più drammatici della malavita organizzata.
Nel cinema italiano per ciò che riguarda il tema della mafia, voglio citare il film L’altra faccia del padrino con il geniale Alighiero Noschese (1973 regia di Franco Prosperi) e ”Tano da morire “ (1997 regia di Roberta Torre).
Tornando al nostro Gomorroide-il film -l’opera nasce come prodotto per l’intrattenimento televisivo nella trasmissione Made in Sud – non ha l’ambizione dei suoi illustri predecessori ma è una parodia garbata ed efficace, dove l’impianto teatrale e improvvisatorio si vede tutto e si fa apprezzare .
I punti salienti del film sono quelli in cui la triade mafiosa composta dal “femminello”, il Boss con la voce “offesa” e lo scagnozzo grosso come un armadio, cercano di mantenere alto l’onore del clan ma non ci riescono, ed è questo l’effetto comico principale, grazie al fatto che i tre personaggi comici- che interpretano loro stessi su un set cinematografico- disinnescano la potenza drammatica di Gomorra: sparano su una vecchietta perché gli è stato detto di colpire “un pezzo da novanta”, invece di incutere terrore, vengo rincorsi e quasi malmenati.
Quando il regista blocca le riprese perché qualcuno ha spedito delle pallottole in redazione- scena che a noi è sembrato un omaggio al celebre Una pallottola spuntata di David Zucker- i tre attori, si ritrovano coinvolti in un caso investigativo. Il più divo dei tre – che nella fiction Gomorroide interpreta il duro con gli occhiali a specchio- parla con il regista in modo sprezzante e ha un padre che gli fa da cameriere, soffre d’ansia e si fa l’elettrocardiogramma nella roulotte, indossa una vestaglia molto chic e un copricapo-altra parodia a cavallo tra Il Divo (regia di Paolo Sorrentino) e La Grande bellezza (regia di Paolo Sorrentino)-e si cimenta come fine oratore facendosi chiamare “maestro” da alcuni tizi, si presume aspiranti attori. Il più clownesco dei tre, Manfredi- che nella fiction indossa un cappello improbabile e una gigantesca catena per collana- ha un contenzioso con la moglie. Quando s’incontrano, la donna, lo prende a ceffoni: una signora con bambino, per strada, gli chiede una foto perché le ha, “abbuscate”.Il terzo è il playboy mammone palestrato, confonde i nomi delle sue numerose femmine calienti. Ha il vizietto di andare dalla sua amata donna che lavora in un circo, ma, è un amore travagliato perché la ragazza ha un fratello geloso dotato di un fucile a pompa, pericolosissimo. Manfredi va a finire all’ospedale e per non rivelare che è stato picchiato a causa di questa love story proibita dice a tutti, stampa e pubblici ufficiali, che è stata la mafia a ferirlo…La falsa notizia che si diffonde – un’idea molto funzionale per la trama del film- va a finire sui notiziari dei telegiornali in prima serata. Gli investigatori decidono di trasferire i tre protagonisti in un luogo segreto, al sicuro. Il caso monta e il questore li spedisce in un luogo, dove nessuno può trovarli a patto che mantengano il segreto e non siano rintracciabili, da nessuno: anche poi il cellulare del playboy squilla – lasciamo a voi immaginare il suono – rompendo il silenzio del bunker con il suo suono sconcio. Nelle piazze le persone intervistate dai cronisti gridano a gran voce di volere a tutti i costi che sia trasmessa di nuovo la fiction Gomorroide. Tutto questo clamore arriva alla camorra che- come da cliché – passa il tempo davanti alla tv tra una guerra di clan e l’altra. Il boss s’infuria: “Chi ha potuto fare questo senza il nostro consenso?”. Altre precauzioni: nuove carte d’identità per i tre comici che diventano tre Bourne Identity. Esilarati i dialoghi telefonici tra loro tre e i familiari. Fuori il capo clan dice: “E’ guerra”.Il divo fa in tempo a invaghirsi della poliziotta, addetta al programma “protezione”- chiaro riferimento a Saviano- che contraccambia: musica “tarantiniana” di sottofondo durante gli “spietati” interrogatori della manovalanza malavitosa per scoprire chi ha agito, senza il consenso del Boss. Citazione di un aforisma di Oscar Wilde e di Dante.. fino alla bellissima battuta del playboy la cui moglie è incinta: “Ragazzi aspetto un bambino..ma qua ci sono solo tre letti!”. La gente li ama…i boss sono confusi e per catturare le donne dei “protetti” usano il Lysoform invece del cloroformio. La confessione di Manfredi sarà la svolta…Una sequenza che fa ridere sotto le finestre chiuse del boss-in stile l’ultimo giorno della civetta- a conferma di quanto sia spumeggiante e piacevole questa burlesque dei I Ditelo Voi. E’ veramente un piacere vedere un film così divertente.

Titoli di coda

Regia: I Ditelo Voi

Attori: I Ditelo Voi, Gianni Ferreri, Lavinia Biagi, Francesco Procopio, Elisabetta Pellini, Francesco Paolantoni, Maurizio Casagrande

Sceneggiatura: I Ditelo Voi
Montaggio: Luca Montanari
Musiche: Giordano Corapi
Produzione: Tunnel Produzioni con Bronx Film e Minerva Pictures Group
Distribuzione: Tunnerl Produzioni