Adattamento del romanzo Cane mangia Cane scritto da Edward Bunker (edito in Italia da Einaudi nel 1999), il film ripercorre la vita e le tendenze criminogene di Edward Bunker stesso: una vera linea guida per la costruzione dei tre personaggi.
Protagonisti del crime-movie sono tre uomini usciti di prigione che cercano di riadattarsi alla vita quotidiana.
Il legame tra gli ex galeotti è forte: lo spietato Troy – capo venerato della gang -è in lotta perenne con la malavita di Los Angeles, Diesel è ancora sul libro paga della mafia,Mad Dog è il più sanguinario dei tre.
Si respira un’atmosfera trash: effetti psichedelici richiamano uno stile surreale, talvolta fumettistico. Il punto forte del film è il montaggio accelerato: nella sequenza in cui i tre criminali assumono droghe, le inquadrature si abbreviano e portano a un climax dopo il quale la tensione visiva scende vertiginosamente, rendendo molto bene l’effetto allucinogeno delle sostanze.
L’inquadratura più interessante di tutto il film è quella della stanza d’albergo: nella parte bassa dello schermo c’è la figura di una donna e la voce fuori campo “parla” a questa donna. Un movimento della macchina da presa fa scoprire -allargando l’inquadratura – che il narratore è nello stesso luogo del girato. Inoltre la figura della donna si vede attraverso uno specchio creando una “cornice” all’interno dell’inquadratura.
Sempre in tema d’inquadrature, ce n’è una “centrale” alla quale si torna sempre nel racconto filmico: la saletta dove s’incontrano i tre malavitosi. Quando il film ritorna in quel punto narrativo, i tre malviventi decidono le strategie per annientare i nemici degli altri clan. Il movimento di macchina è lento, creando al contempo una profondità di campo che rende sagace la sensazione dell’essere osservati dall’esterno.
La fotografia è molto bella: le luci danno l’idea di una bisca clandestina.
Un passaggio al bianco e nero con musica anni cinquanta, fa da sfondo alla mattanza di Troy che corre per i corridoi del tribunale con la pistola in mano.
Zona Tarantino
Nel film Cane contro Cane, ci sono vere proprie citazioni di location tarantiniane – come il bar in Pulp Fiction quando i giovani entrano per fare una rapina – che si alternano all’uso indiscriminato di esecuzioni sommarie.
C’è un troppo…e qui casca l’asino! Nei film di Tarantino non si supera mai questo troppo e in tal caso è giustificato da una serie di elementi: il tempo, il ritmo, il senso. L’esplosività dei gesti inconsulti, le improvvise accelerazioni dopo momenti di pausa, non possono essere paragonati ai tempi straordinari dei film di Quentin Tarantino( …ben comprensibile tuttavia l’intenzione ed il tentativo di emulare il grande regista).
La sequenza di cadaveri e di sparatorie con il bambino rapito e la tata quasi accoppata, evidenzia che inevitabilmente il film è fuori giri ed è come se contenesse tre film in uno: il desiderio di essere trash “a tutti i costi” crea sempre più una distanza tra un film ben girato, che sa sopravvivere a questi eccessi, e un capolavoro.
Conosciamo la bravura epocale degli attori Nicolas Cage,Willem Dafoe e Christopher Matthew Cook, in definitiva bene diretti dal regista Paul Schrader.
Titoli di coda
Nicolas Cage Troy
Willem Dafoe Mad Dog
Christopher Matthew Cook Diesel
Regia Paul Schrader
Sceneggiatura Matthew Wilder
Montaggio Benjamin Rodriguez JR
Scenografia Grace Yun
Direttore della fotografia Alexander Dynan
Distribuzione Altre Storie
