Nel gang movie La Fratellanza del regista e sceneggiatore Rick Roman Waugh è raccontato il tema delle gang americane e del loro potere malavitoso: un potere radicato nel territorio nazionale e internazionale gestito anche dalle carceri (non si può certo dimenticare che tale modello sia in vigore in tutti i paesi, compreso il nostro con le associazioni per delinquere di stampo mafioso).Lo schema è semplice: vi è un boss detenuto che corrompe tutto e tutti con i soldi del traffico di armi e di droga.
Un default lungo una vita.
La costruzione narrativa del film La Fratellanza ha un  livello di narrazione “grado zero” – l’incidente automobilistico-che dà origine ad un  prima e un dopo: la coppia felice Jacob /Kate si incontra con un’altra coppia di amici per andare a cena fuori e il guidatore Jacob- in stato di ebrezza da alcol – causa un incidente mortale  (non vedevo una sequenza di corpi insanguinati dal tempo di Crash (1996) David Cronenberg, con le dovute differenze, naturalmente). Questo default nella vita del personaggio determinerà gli effetti futuri.
L’aspetto certamente interessante è che per tutta la durata del film si passa da un segmento narrativo all’altro: da dieci anni prima dell’incidente a dieci anni dopo. Un movimento continuo che alterna le due “vite” del personaggio.
Il film inizia con l’inquadratura in primo piano di un uomo  in carcere  scrive una lettera a suo figlio. L’uomo ha il corpo tatuato ed è pieno di cicatrici, ha i capelli lunghi e lunghi baffi, tanto da sembrare Buffalo Bill: esce di prigione, prende il treno.Chi è costui ?A che punto si è della storia? Da qui il movimento narrativo- proprio del montaggio alternato- svelerà allo spettatore, tutta la vicenda, momento per momento.Molto appassionante!
Zona Buffalo Bill e Zona Jacob.
Il personaggio di  Jacob vive tutta la sua detenzione preventiva in carcere, passando da impiegato “modello” e capofamiglia, a capo di una gang: durante una  delle prime notti  un secondino lascia il suo posto di sorveglianza per far scatenare la violenza all’interno della camerata. Jacob assiste alla scena di un  gruppo di detenuti che massacra di botte uno “nuovo”, suo vicino di branda (questa scena fa pensare molto all’azione  punitiva nel film di Kubrick Full Metal Jacket- 1987). La legge non esiste più all’interno del carcere, siamo nel Far West.
Jacob vive la sua metamorfosi: come punto da un ragno o dalla criptonite, il nostro eroe borghese si fa totalmente influenzare dall’inaudita la violenza e ferocia del carcere. Per sopravvivere, allo stretto contatto con gli altri detenuti, deve colpire e ferire  per entrare nelle grazie  del boss Bottles (Jeffrey Donovan).
Bottles  è il leader “della gang/mafia e nelle sue direttive criminali parla di superiorità della razza: si autoproclama il leader della “fratellanza ariana” all’interno della prigione e fa l’intellettuale leggendo Il Principe di Machiavelli .
Come un crudele imperatore romano o un nazista in un campo di concentramento  egli decide la vita e la morte dei detenuti.
Al comando c’è il capo dei capi, la famigerata “Bestia”,colui che gestisce – perfino dal carcere di massima sicurezza con tanto d’isolamento- il traffico d’armi e di droga della città.
Ecco che sotto i nostri occhi Jacob da “debole” borghese si trasforma in un “guerriero” sanguinario che si affilia con la famigerata alleanza ariana: una vera affiliazione mafiosa, con tanto di patto di sangue e tatuaggi su tutto il corpo. I tatuaggi degli “ariani” rappresentano simboli nazisti, come la svastica e il simbolo delle SS: si parla di superiorità della razza bianca sulle altre razze. Bottles catechizza Jacobs dicendogli che deve stare con la sua “sua” razza e ancor più eliminare un componente di un’altra razza che vive in prigione. E’ qui che il protagonista del film comincia a diventare Buffalo Bill: i suoi capelli sono più lunghi e i baffi crescono.
Jacob  è lodato dal boss del carcere per il suo “coraggio” perché si valere con ripetuti atti di violenza, triplicando i suoi capi di accusa.
Per impedire il contatto con i detenuti nelle ore d’aria i più pericolosi -ormai Jacobs è un Buffalo Bill a tutti gli effetti- sono messi in una gabbia nel cortile interno della prigione: gabbie che mi hanno ricordato quelle della prigione di Guantanámo (carcere di massima sicurezza americano, istituito dal 2001, per i prigionieri catturati durante la guerra in Afghanistan N.d.R.)
Buffalo Bill/Jacob parla con la “Bestia” ricevendo la definitiva  affiliazione. Appena potrà uscire, in libertà vigilata, potrà svolgere il suo compito all’esterno. Mai tradire, pena la morte sua e dei suoi familiari. Vi chiederete cosa stiano facendo le autorità giudiziarie nel frattempo…All’esterno un bravo poliziotto (Omari Hardwick) sventa omicidi e vuole smantellare questa rete di narco-trafficanti che fa capo alla “Bestia” e company. C’è anche spazio per un tradimento: l’amico e affiliato Frank (John Bernthal) per salvare la sua donna in carcere deve tradire Buffalo Bill e collaborare con la polizia.
Escalation di sangue.
Una lotta furibonda  si svolge all’interno del cortile della prigione dove i detenuti delle varie razze s’incontrano e si uccidono uno con l’altro: un corpo a corpo ben inscenato. Buffalo Bill ormai vuole scalare le gerarchie del crimine. Il cortile della prigione di massima sicurezza è tutto per lui… S’incontrerà nuovamente con la “Bestia”?
Note di regia
Il regista Rick Roman Waugh – autore con la Fratellanza di una trilogia di prison-movie iniziata con Felon e proseguita con iniziata con il film Snitch-L’infiltrato– ha dichiarato che per riuscire a comprendere meglio la realtà delle prigioni in California ha lavorato, sotto copertura, come agente volontario. La sua ricerca durata due anni è divenuta sempre più complessa e pericolosa, dovendo stare a contatto con un mondo così violento, come quello delle carceri.
“Nessuno sapeva che io fossi un regista. Mi vedevano solo con un poliziotto alle prime armi, non mi hanno non mi hanno risparmiato nulla. Quello che ha imparato subito è che le guardie possono anche controllare i cancelli delle porte, dentro le prigioni, comandano le gang.E comandano anche nelle strade direttamente dalle regioni. La fratellanza lo sguardo autentico sulla stregando i nostri poliziotti quelli controllano più all’interno delle mura e gli danno la caccia sulle strade”.
Altre note.
Lo shot caller è il leader delle gang: il leader più in alto nei ranghi prendere decisioni per tutta la durata il detenuto che prende le decisioni per tutta la gang e per tutta la sua razza all’interno della prigione. Un uomo può essere vivo o morto a seconda delle decisioni dello shot caller.

Titoli di Coda

Regia: Ric Roman Waugh
Attori: Nikolaj Coster-Waldau, Jon Bernthal, Lake Bell, Emory Cohen, Jeffrey Donovan, Benjamin Bratt, Jessy Schram, Omari Hardwick, Holt McCallany, Juan Pablo Raba
Distribuzione: Notorious Pictures