Biopic-road il film Green Book è tratto da una storia vera ambientata nell’America di Frank Sinatra, Tony Bennett e Bobby Darin. Siamo nel 1962, il Bronx è il quartiere dove sono cresciute, a stretto contatto, intere generazioni d’italoamericani, afroamericani, irlandesi e immigrati. Tony (detto Lip) Vallelonga si riunisce a tavola con l’happy family allargata, mangia spaghetti, polpette, gioca a carte nelle bische. Lavora al “Copacabana” ma la mafia italiana quasi lo accoppa.
Cerca un nuovo lavoro come autista, il vecchio impiego di sempre… Così risponde all’annuncio del suo futuro “capo” Don Shirley (nella realtà Donald Walbridge Shirley pianista, compositore, arrangiatore e artista) un raffinato musicista di colore: esilarante la scena tra i due nel lussuoso appartamento all’hotel Carnegie Hall. Don Shirley è seduto su un trono, indossa abiti molto eleganti, è colto e raffinato. Tony è rozzo,sfacciato e rifiuta l’impiego perché vero un autista non fa il cameriere a nessuno. Del resto amici e parenti dell’italoamericano, surclassando (anche se a parole) i razzisti del sud, chiamano “scimmie” gli afroamericani.
Allettato da una buona paga Tony ci ripensa e accompagna in tournée musicale Don Shirley. Fin qui il film potrebbe sembrare una parodia stereotipata antirazzista, ma quando Tony apre il Green Book , la sceneggiatura (premio Oscar® per la miglior sceneggiatura non originale)subisce una svolta: la narrazione diviene verticale quanto lo spostamento geografico da nord a sud. Il libro guida dell’infamia, elenca luoghi di sosta e alberghi riservati alle persone di colore: stamberghe abitate da disperati, città dove la legge stabilisce dove i neri possono mangiare, dormire, sedersi, camminare… perfino il coprifuoco, da rispettare, pena l’arresto, o la morte.
Un verde, insomma, che ha il colore dell’inferno, in una discesa verso il pericolo, la discriminazione e l’odio. Così il novello Tony/”Virgilio” accompagna il suo “Dante”/Don Shirley nell’Inferno, per poi, “riveder le stelle”.Il film Green Book è una storia fatta di tonalità variegate, dove il bel ritmo narrativo è scandito dal movimento del viaggio : l’on the road , determina le parabole evolutive dei personaggi. I due protagonisti si mettono in gioco : Tony si spoglia di tutte le sue prevenzioni e apprende di essere leale e umano, financo poeta. Don Shirley grida sotto la pioggia: “Se sono sbagliato per i miei fratelli neri e per i bianchi, chi sono io?” ed esprime, finalmente, tutto il dolore che tratteneva con onore e dignità.
Un biopic-road movie d’annata girato in modo magistrale: sontuose le interpretazioni di Viggo Mortensen nel ruolo di Tony e Mahershala Ali (vincitore dell’Oscar®2019 come attore non protagonista) in quello di Don Shirley. Su Donald Walbrige Shirley. Note di produzione
Il bellissimo personaggio di Don Shirley è ispirato a Donald Walbridge Shirley rappresenta la summa delle virtù di un essere umano, precluse fino ad allora ad un uomo di colore (fu il primo grandissimo esecutore al piano di musica classica formatosi in Russia).
Nel 1955, al suo primo album per la Cadence Records, Tonal Expressions, Shirley fu descritto dalla rivista Esquire come “probabilmente il pianista più dotato del settore… così bravo da non permettere paragoni”. Il leggendario pianista e compositore Igor Stravinsky, che era contemporaneo di Shirley, disse di lui: “La sua virtuosità è degna degli dei”.
Titoli di Coda
Green Book Green Book di vincitore del Premio 2019 come miglior film.
Un film di
Peter Farrelly
con
Viggo Mortensen-Mahershala Ali
Distribuito da
EAGLE PICTURES & LEONE FILM GROUP
