Matrix e il video designer (À la Recherche du Temps perdu)
Con lodevole precisione in apertura di spettacolo, verticale e orizzontale s’incontrano per formare una simbologia visiva che sa di Matrix, di circuiti virtuali, di algoritmi.
Anche nei successivi video, prodotti da una strabiliante operazione di video designer, le immagini più suggestive sono dal basso verso l’alto, in altre parole trascendenti, come dire che la mente proietta se stessa verso lo spirito: al contrario la materia è data dal personaggio in scena (un sontuoso Duccio Camerini). Dunque il materico (teatro) e la metafora visiva (video) non sono più in contrapposizione e si coagulano tra di loro. In questa chiave interpretativa, la mente dello scrittore vive – come nel film Matrix– un’esperienza virtuale nello spazio- tempo infinito.
Marcel
La mente malata del protagonista della Recherche è disperatamente frammentata nel suo microcosmo: il tempo della memoria deve però essere il tempo di una mente illuminata. La soluzione viene proprio dalle parole di Marcel riguardo la possibilità di cogliere il senso della vita – ed anche di voler essere scrittore- quando dice che le nostre cellule conservano la  memoria.
La scelta della grandiosità de la Recherche
La Recherche è un’opera grandiosa, un unicum, uno spartiacque tra ciò che nella letteratura è stato prima e ciò che sarà poi.
Duccio Camerini e Pino di Buduo alla regia (Stefano Buduo lavorando al video designer) creano un testo drammaturgico in forma di memoria- flusso di pensiero- a partire dai  7 libri: La strada di Swann, All’ombra delle fanciulle in fiore, I Guermantes, Sodoma e Gomorra, La prigioniera, La fuggitiva, Il tempo ritrovato.
Estrarre da un mare magnum
L’intento non è semplicemente  quello di focalizzare il passo di un volume o una parte della Recherche, ma estrarre – come si farebbe da un pozzo- il petrolio, che diverrà combustibile. Nella Recherche i continui e reiterati movimenti di prolessi e analessi (anticipazione di eventi e flash-back N.d.R.) creano pochi riferimenti al lettore- spettatore : nel corpus stesso il “tempo” è fatto di ampie ellissi  che dilatano enormemente il  tempo narrativo.
Nello spettacolo di Duccio Camerini e Pino di Buduo, al contrario la narrazione è al servizio della frenesia,delle fobie e delle ossessioni di Marcel  ossessione, fobie.
La regia estrae Marcel bambino e adulto soffocato dalla sua malattia e in balìa delle figure femminile che incontra: parcellizzazioni di una già provata identità, che lui stesso dichiara essere fatte di tante personalità in una.
La prova di attore
Il grande talento di Duccio Camerini sta nell’interpretare tutti i personaggi emersi dall’operazione drammaturgica come parti del proprio corpo, sono interni e non esterni, decine di maschere che si alternano: il suo corpo recitativo è una macchina scenica semovente. Uno spettacolo molto ambizioso, emozionante, vibrante e suggestivo.

Nota di regia di Pino di Buduo
La ricerca del Teatro Potlach sulla “memoria”, partito con “Le città invisibili” di Italo Calvino, va avanti da tanti anni. Quando Duccio Camerini mi ha chiesto di lavorare insieme su “Alla ricerca del tempo perduto”, ho detto subito istintivamente sì. Perché si? Con Proust si affronta un lavoro pieno di stimoli profondi, che spinge oltre i propri limiti e fa abbattere margini che il tempo aveva scrupolosamente edificati. A me interessa quando un autore, un’opera letteraria, un pensiero ci entra così dentro, ci trascina nella tempesta, distruggendo e costringendo a ricostruire, facendoci scoprire nuovi approdi. Di conseguenza ho scelto un setup digitale per creare un ambiente visivo con il quale Proust può dialogare, un partner virtuale che crea resistenze, associazioni, equivalenze, contrazioni e dilatazioni, spazi temporali, e che permetta allo spettatore di immergersi nella situazione dove ogni quadro è spazio e ricordo che riemerge. Marcel/Proust entra ed esce dalla sua stanza, non trova pace, vive in una specie di dormiveglia esistenziale, sente la fine avvicinarsi e vuole scrivere, scrivere, scrivere. Un viaggio nella memoria e nell’immaginazione, nel tempo e nello spazio e nel nostro futuro.

Teatro Potlach – La Casa dei Racconti
presentano

DUCCIO CAMERINI
in
ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO
di MARCEL PROUST

drammaturgia Duccio Camerini – video designer Stefano Di Buduo

Regia di PINO DI BUDUO

OFF/OFF THEATRE
Via Giulia 19 – 20 – 21, Roma / DIREZIONE ARTISTICA SILVANO SPADA
Costo Biglietti: Intero 25€; Ridotto Over65 18€; Ridotto Under35 15€; Gruppi 10€ – info@altacademy,it
Dal Martedì al Sabato h.21,00 – Domenica h.17,00
Info e Prenotazioni: +39 06.89239515 – offofftheatre.biglietteria@gmail.com
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