C’era una stanza piena di bozze, file non chiusi e appunti scritti nelle notti in cui la voce era solo un filo spezzato da ansie e paure. È da lì che nasce “Instabile”, il nuovo singolo di Josten per Troppo Records, un brano che prende forma nel momento in cui la musica smette di essere un piano di lavoro e diventa l’unico appiglio possibile, l’unico asse che resta saldo mentre tutto intorno perde consistenza, abbassa il volume e cambia direzione.
Un tempo sospeso che trova movimento
Per mesi Josten è rimasto in quel territorio instabile, cercando un punto fermo mentre la quotidianità sembrava scivolare senza un obiettivo chiaro. Poi, quasi in punta di piedi, è arrivato il suono delle tastiere di Samuele Bernardi, capace di rimettere in moto un tempo rimasto fermo, cristallizzato. Un ingresso discreto, che ha preceduto le parole e ne ha preparato il terreno.
Tra notti irregolari, versioni accantonate e file conservati senza il coraggio di lasciarli uscire, “Instabile” ha trovato lentamente la propria forma. Un processo che ha concesso all’artista la possibilità di rialzare lo sguardo dopo anni di ricostruzione silenziosa, in cui ogni passo avanti era preceduto da un lungo lavoro sotterraneo.
La distanza come laboratorio personale
Il percorso personale di Josten parte da lontano. Sydney, con i suoi spazi dilatati e la distanza dalle origini, è stata il luogo in cui ha imparato a convivere con la solitudine senza esserne schiacciato. La pausa discografica si è trasformata in un laboratorio invisibile, fatto di disciplina, esercizi quotidiani, prove, tentativi, giornate senza musica e altre in cui solo la musica riusciva a dare un senso al mondo.
In quella distanza, l’artista ha compreso quali parti di sé valesse la pena trattenere, quali lasciare indietro e quali sarebbero state indispensabili per ripartire. Ogni brano non pubblicato è diventato una tappa di riassetto, un modo per ritrovare un’identità creativa che sembrava essersi dissolta.
Un sentimento condiviso da una generazione
Oggi questo piano personale si innesta in un tema più ampio, che attraversa una generazione intera. La sensazione di vivere su un terreno friabile, in cui lavoro, relazioni, futuro e identità cambiano ordine con una rapidità che non lascia il tempo di metabolizzare nulla, è un’esperienza sempre più diffusa.
“Instabile” non cerca di interpretare questo stato né di trasformarlo in un messaggio sociale esplicito. È piuttosto un riflesso, un frammento di esperienza che chiede di essere compreso nel suo contesto naturale. Non c’è generalizzazione né sociologia, ma la traccia di un momento preciso, restituito con onestà e senza filtri.
La voce come punto di equilibrio
Tra il capire cosa meriti spazio, cosa richieda una svolta e cosa vada abbandonato, Josten offre a chi ascolta un luogo in cui riconoscersi, lontano dal giudizio e dalle interpretazioni forzate. La sua voce resta stabile anche nei passaggi più istintivi, attraversando variazioni di intensità che raccontano i crolli vissuti, i ricordi ancora vivi, le attese e la ripartenza.
Il ritornello, “Ma ti ho voluto tanto bene, insieme spezziamo le nostre tegole”, traccia l’andamento irregolare del brano, sospeso tra ciò che si è stati e ciò che si prova a diventare. È lì che l’instabilità smette di essere solo una condizione e diventa racconto.
Le parole di Josten
Parlando del singolo, l’artista racconta come “Instabile” nasca da un periodo complicato, fatto di incertezze, delusioni e passi falsi. Un momento in cui la sensazione era quella di essere bloccato, come se la propria vita fosse scesa di livello. Guardarsi dentro, capire cosa cambiare e affrontare se stessi è stato inevitabile.
In questo percorso, la musica è rimasta l’unico elemento costante, ciò che gli ha permesso di restare a galla quando tutto sembrava andare a fondo. Il brano racconta anni di silenzio discografico, senza nuove uscite ma pieni di lavoro, sacrifici e notti trascorse a creare nell’ombra. Una storia di caduta e risalita, ma anche un promemoria a non smettere di crederci, nemmeno quando tutto trema.
Una nuova fase artistica
Prodotto da Matteo Lacertosa, “Instabile” segna l’apertura di una nuova fase nel percorso di Josten. Un brano che arriva dopo anni di lavoro silenzioso e che si presenta come una pagina rimasta in sospeso troppo a lungo, finalmente portata alla luce.
Non è un punto d’arrivo, ma un inizio consapevole, che restituisce centralità alla scrittura e all’esperienza emotiva, senza sovrastrutture e senza urgenze artificiali.
Biografia
Josten è un artista cuneese che sviluppa il proprio percorso seguendo una traiettoria in costante evoluzione, tra ricerca, sperimentazione e attenzione alla dimensione emotiva della scrittura. Il trasferimento a Sydney rappresenta una tappa decisiva: un luogo distante ma ricco di stimoli, che gli consente di osservare la musica da prospettive diverse e di costruire un nuovo equilibrio tra vita e progettualità artistica.
Lontano dalle radici, impara a valorizzare il silenzio e a trasformare le difficoltà in materia creativa, elaborando un repertorio nato da un lavoro quotidiano, paziente e rigoroso. Con il supporto di Troppo Records, Josten inaugura una fase di maturità orientata a un pop intimo, diretto e contemporaneo, in cui ogni brano diventa un capitolo del suo racconto personale.











