“Grazie per il trauma” è il primo EP live di Matilde

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“Grazie per il trauma” è il primo EP live di Matilde

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«Ciao, sono Matilde. E questo è il mio modo elegante per dire “Mi hai distrutta”. Sì, ma almeno ci ho fatto un EP». Con queste parole, tratte da “Fiori (0)”, Matilde Montanari, vincitrice de I Visionatici 2025, apre “Grazie per il trauma (live session EP)”, il suo primo progetto discografico. Cinque brani inediti registrati interamente dal vivo, senza autotune e senza correzioni, in presa diretta allo Studio 52 di Forlì, che segnano un esordio netto e consapevole.

Ascolta su Spotify.

Un EP nato dal basso e registrato senza filtri

“Grazie per il trauma” nasce, come racconta la stessa artista, “senza portafoglio”. Un lavoro costruito giorno dopo giorno con ostinazione, creatività e una forte necessità espressiva. La scena è essenziale: una stanza di legno e cavi, il microfono a pochi centimetri dal respiro, i musicisti disposti a semicerchio, le luci basse dello studio e la scelta precisa di registrare senza editing.

Una decisione che colloca il progetto all’interno della nuova ondata di produzioni live che stanno tornando al centro dell’attenzione come risposta alla saturazione di suoni plastificati. Qui la performance non viene corretta, ma accolta; la voce non viene perfezionata, ma messa alla prova.

La voce al centro della narrazione

L’EP prende forma attraverso una serie di sessioni consecutive in cui Matilde incide i cinque brani come fossero pagine di un diario lasciato aperto sul tavolo. La sua voce, pulita e centrata, mostra una maturità sorprendente per età e controllo, sostenuta da arrangiamenti che la accompagnano senza mai limitarla.

La band segue le linee vocali con attenzione, lasciando che il timbro resti sempre in primo piano e dimostrando quanto l’artista sappia reggere il peso di una registrazione in presa diretta. Il risultato è un lavoro che si inserisce pienamente in uno dei trend più significativi del 2025: il ritorno del “live reale” come materiale creativo e non come semplice documento.

Trauma, elaborazione e identità musicale

L’impianto dell’EP affonda nella relazione tra trauma, elaborazione e costruzione dell’identità artistica. Un tema che attraversa la cultura contemporanea, dai linguaggi della psicologia pop alle playlist confessionali, e che qui assume una forma narrativa concreta e personale.

Nei cinque brani, che si muovono con naturalezza tra jazz, pop, funk, soul, melodia italiana e scrittura diaristica, emergono le spaccature, gli scarti emotivi, le domande a cui si torna anche quando si prova a lasciarle indietro. Ogni canzone è un frammento di un percorso che non cerca soluzioni, ma consapevolezza.

I brani: relazioni, attaccamento e ricerca di forma

“Ogni goccia” racconta l’amore che prosciuga, il tempo speso a cercare un senso, l’alternanza tra desiderio e rinuncia. È un brano che oscilla tra pentimento e attesa, restituendo quel freddo improvviso che rimane addosso quando ci si accorge di aver dato tutto a chi non sapeva restare.

“Come fanno i gatti” affronta il tema della dipendenza affettiva e dell’attaccamento. La tenerezza convive con una distanza che non si riesce più a colmare, mentre promesse, ricordi e abitudini condivise diventano una gabbia. Il testo arriva a un’ammissione disarmante: si può restare legati anche quando l’amore tira in direzioni opposte.

“Disordin3” lavora sulla ricerca di una forma, di un posto da ritrovare e forse da meritarsi, mentre “Fiori (0)” e “Post-it” aprono e chiudono un ciclo interiore che Matilde interpreta con una lucidità rara per una ventenne, tenendo insieme fragilità e controllo.

La scelta della live session come dichiarazione

La scelta di registrare l’EP in live session, quasi ascetica nella sua essenzialità, rafforza la caratura del progetto e lo colloca in quella corrente di produzioni che stanno ridefinendo il valore della presa diretta nel panorama discografico italiano. È una decisione dettata dall’urgenza di restituire al suono la sua dimensione naturale, priva di stratificazioni digitali.

Matilde spiega che il bisogno di autenticità nasce dal desiderio di far sentire respiri, imperfezioni e pancia. Scrivere le ha ridato aria quando sentiva di soffocare e ogni canzone è arrivata come un frammento di guarigione. Il progetto è stato costruito barattando ospitate ai festival, suonando per strada per raccogliere fondi e incontrando persone che hanno creduto in lei anche nei momenti di dubbio.

Un lavoro corale e una prima dichiarazione d’identità

Nel disco suonano Mattia Zoli alla batteria, Vito Bassi al basso, Andrea Bonetti alle tastiere e Mattia Mennella alla chitarra. Matilde ringrazia anche Luca Medri e Cosascuola Music Academy, luogo dei suoi primi passi, Giordano Sangiorgi del MEI e la vocal coach Paola Folli, che l’ha accompagnata verso la scoperta della sua “voce vera”.

“Grazie per il trauma” diventa così un “eccomi”, il primo passo consapevole verso la musica che l’artista desidera fare: viva, sincera, senza trucco. Un progetto che tiene insieme crepe e luce, senza tentare di cancellare il dolore, ma scegliendo di attraversarlo.

Tracklist

  1. Fiori (zero)

  2. Come fanno i gatti

  3. Ogni goccia

  4. Disordin3

  5. Post-it

Biografia

Matilde, all’anagrafe Matilde Montanari, è una cantautrice forlivese classe 2005. Cresciuta artisticamente alla Cosascuola Music Academy, sviluppa un linguaggio vocale e autoriale diretto, intimo e radicato nella musica suonata. Seguita dalla vocal coach Paola Folli, nel 2025 vince I Visionatici e nell’autunno dello stesso anno pubblica “Grazie per il trauma”, il suo primo EP.

Il disco, registrato interamente live in presa diretta presso lo Studio 52 di Forlì, segna l’inizio di un percorso che intreccia scrittura diaristica, sfumature jazz, innesti pop e una melodia italiana rivolta al presente. Matilde sta lavorando ai nuovi brani con l’obiettivo di consolidare una proposta che mette al centro la performance, la cura della parola e una voce che trova nella dimensione live la sua forma più naturale.

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