Il nuovo singolo di Manovè nasce da un’osservazione lucida e personale: la routine può trasformarsi in una gabbia invisibile, soprattutto quando si vive in una realtà piccola, fatta di ritmi ripetitivi e spazi che sembrano limitare non solo le possibilità, ma anche la voglia di cercare nuovi stimoli. Un brano che parla di quel senso di immobilità che prende forma quando si finisce per fare, giorno dopo giorno, le stesse cose, soprattutto quelle che non ci rappresentano e non ci fanno sentire davvero realizzati. Ed è proprio questa abitudine forzata, quasi imposta, a diventare nociva per la mente, a logorare lentamente le aspirazioni personali e a soffocare l’energia di chi vorrebbe ripartire ma non sa più da dove cominciare.
Una voce che arriva dalla provincia e parla ai ragazzi come lui
Manovè, ventisettenne originario della provincia di Cuneo, porta nella sua musica l’autenticità dei luoghi da cui proviene e l’onestà emotiva di chi racconta ciò che conosce davvero. Scrive e canta i suoi testi, muovendosi con naturalezza tra sonorità rap e sfumature indie, due mondi che si intrecciano per dare voce a un immaginario vicino alla sua generazione, fatto di sentimenti complessi, insicurezze, desideri e contraddizioni.
Da anni lavora fianco a fianco con il suo produttore popmolly, costruendo un percorso musicale che si distingue per coerenza e identità, lontano dalle mode del momento e fedele ai temi che sente più urgenti.
Le storie che racconta: amore, lavoro, famiglia e quella provincia che segna e forma
I testi di Manovè ruotano attorno alle vite dei ragazzi di provincia, con tutto ciò che comportano: amori complicati, lavori precari o poco appaganti, rapporti familiari difficili, sogni che sembrano troppo grandi per i confini entro cui nascono. È uno sguardo diretto e spontaneo, che restituisce la realtà senza idealizzarla, mostrando le sfide quotidiane di chi prova a trovare un posto per sé mentre lotta con aspettative, pressioni e la sensazione di essere spesso in bilico.
In questo nuovo singolo, il nodo centrale è proprio quel torpore emotivo provocato dalla ripetizione continua delle stesse giornate, un sentimento che accomuna molti giovani che vivono lontano dai grandi centri e che si ritrovano a fare i conti con un contesto che non sempre offre lo spazio necessario per crescere o reinventarsi.
La forza di raccontare ciò che fa paura
Manovè affronta la routine come un nemico silenzioso, capace di diventare tossico quando non lascia spazio alla creatività e al desiderio di cambiamento. Nel farlo, mette al centro un sentimento universale, ma lo racconta con il linguaggio della sua terra e della sua generazione, trasformando ciò che spesso resta inespresso in una narrazione musicale che parla a chi vive quella stessa lotta quotidiana.
Il risultato è un brano intimo, diretto, costruito per essere ascoltato non solo come un racconto personale, ma come uno specchio condiviso, in cui tanti possono riconoscersi.











