Prologo
1978. L’Argentina ospita il campionato del mondo di calcio: il fuoriclasse Mario Kempes guiderà la nazionale alla vittoria davanti al suo pubblico, a suon di goal. La gente scende per le strade in festa, mentre negli scantinati la polizia segreta tortura e uccide gli oppositori politici, gli studenti, chiunque sia sospettato di non essere fedele alla sanguinosa dittatura instaurata dal Generale Videla. Tra il 1976 e il 1981, vengono torturati e assassinati decine di migliaia di persone dai 15 anni in su : trentamila di loro risulteranno “desaparecidos”. Dei trentamila “desaparecidos” si sa per certo che tremila sono stati gettati da arei, semi-incoscienti e spesso legati fra loro, nell’Oceano Atlantico e nel Rio de la Plata, con i famigerati voli della morte, “los vuelos de la muerte”.
Sipario
Scenografia tridimensionale fatta di tante caselle a forma di tipico armadietto da spogliatoio, con l’effetto straordinario, dato dalle luci sceniche, di colori cangianti, bellissime e indovinate. Gli attori sono seduti su panche, le battute recitate sono al rallenty. L’atmosfera onirica viene interrotta dall’ irrompere di una frizzante azione scenica, per ritmo e intensità: lungo il proscenio, i giocatori si passano la palla ovale, esultano. Bellissime le divise color amaranto del Rugby Club La Plata: ricordano quelle del Torino, squadra di calcio italiana – detto il “grande” per le sue imprese sportive – che fu spazzata via da un incidente aereo, nei pressi di Superga, nel 1949. La Plata: non solo una città qui ma una delle città più colpite dalla dittatura militare. La messa in scena, corale, efficace, coinvolgente, racconta la storia, vera e sconvolgente, dei giovanissimi rugbisti che furono brutalmente assassinati dal regime dei colonnelli. ”Mar de Plata” è un “tableau vivant”, dove prendono forma, fluidamente e senza orpelli, le emozioni, i desideri, le paure, dei giovani compagni di Raul, unico superstite del massacro perpetuato dal regime militare. Il primo a essere assassinato dagli uomini di Vileda, è Otilio Pascua. “E’ stato ammazzato perché simpatizzante di un movimento studentesco” protesta accorato un compagno. “L’hanno ritrovato nei pressi del fiume con le mani legate dietro la schiena e un colpo di pistola alla testa” recita il giornale locale. I ragazzi del “La Plata Rugby” sono uniti nello stesso spirito: il campionato deve proseguire! Prima dell’inizio della partita, si stringono uno con l’altro e restano così, davanti al pubblico: il minuto di silenzio va oltre il fischio dell’arbitro, e si protrae per nove, lunghissimi, minuti. Montero, uomo di Videla, mette sotto osservazione la squadra, per quel lungo minuto di silenzio, che aveva ottenuto il consenso di tutto lo stadio. Lui ha il compito di stanare comunisti, sovversivi, senza dio, e, froci. “Come si sono permessi quei “frocetti”, tra un corridoio sul campo e uno schema, di ribellarsi allo Stato, che tanto sta facendo per liberare la patria dagli indesiderati! Così cincischia il laido, e sopra la sua testa, sul praticabile che si staglia in alto, un pezzo da novanta della polizia, sentenzia la condanna a morte: fateli fuori tutti! E così sarà. Il giornale locale dice che il Turco e Mariano, sono stati ritrovati senza vita, con i pantaloni tirati giù, in un’auto, e dice ancora che uno ha sparato all’altro…dopo una lite tra amanti…eh certo…i due “maricones”.La verità è che avevano partecipato a un’assemblea sindacale di fabbrica. “Falso, il Turco non era maricone” protesta il capitano Raul, e gli altri superstiti gli fanno il coro. Il loro allenatore, figlio di un siciliano emigrato in Argentina, è preoccupato, si sente minacciato, se ne vuole andare.
“Tornerà, il mister, tornerà” dice uno dei più giovani.
Nel frattempo la macchina sterminatrice di Videla, non si ferma: altri giocatori morti, altri minuti di silenzio. “Non dobbiamo scappare” confida Raul alla fidanzata che lo vuole al riparo in Francia. Il laido Montonero-ex allenatore, che si vendeva le partite- ha il compito di spiare i rugbisti, rapirli, torturali, assassinarli: la sua parlata sghemba è inquietante, il suo incedere claudicante.
E’ ossessionato dalla sua missione di morte e fa tutto quello che c’è, che deve fare, con zelo e indegna pazienza. Sta per finire il campionato con l’ultima partita… Il “La Plata Rugby Club” gioca con il solo capitano Raul e i ragazzini della squadra primavera (quella di età inferiore alla prima squadra n.d.r.): lo stadio è gremito e il pubblico grida “Viva la libertà” in faccia ai colonnelli. Il capitano Raul corre – al ritmo delle note di “Time Laps” di Michael Nyman – con la palla ovale stretta al petto, gridando “Vamos, vamos a gañar”, andiamo a vincere, per la libertà, che la morte, non esite!
“Mar del Plata” è un’opera scenica riuscita, epica, commovente. Bravissimi tutti!

Titoli di coda

MAR DEL PLATA gli “angeli del rugby” che osarono sfidare il regime argentino
Regia di Giuseppe Marini
di Claudio Fava

con Claudio Casadio, Giovanni Anzaldo, Fabio Bussotti, Andrea Paolotti, Tito Vittori

e con Edoardo Frullini, Fiorenzo Lo Presti, Giorgia Palmucci, Alessandro Patregnani, Guglielmo Poggi
scene Alessandro Chiti
costumi Sabrina Chiocchio
light design Umile Vainieri

produzione Società per Attori e Accademia Perduta
    

Corollario del Giorno
di Monica Lanzillotta
Il dramma, il dolore per lo scempio perpetrato dalla dittatura argentina del 1978 è ancora vivo. I protagonisti sopravvissuti – i parenti le vittime chi ne ha condiviso la vicenda – circolano ancora, non tutti pienamente emancipati da quella tragedia. Il bravo agli Attori (e ad Ogni Partecipante alla realizzazione scenica di ”Mar del Plata”) non è dunque per squisita acuzie professionale e creativa. Sorge un GRAZIE, alla generosità di dare Vita e Cuore a ciò che, per essere affermato, ha avuto bisogno del Silenzio più duro e profondo, piuttosto che della Parola. Il silenzio dei Giovani in campo del “La Plata Rugby Club”, il silenzio de “las madres de Plaza de Mayo” mentre camminano a due a due, fazzoletto in testa, intorno alla fontana , ruggendo in quel cammino senza soste il proprio urlo e la propria disperazione.
Quelle Madri di Figli rapiti torturati ed uccisi non vogliono Musei della Memoria (cfr. D. Padoan, Le pazze, Bompiani), che ricordano e rendono omaggio, ratificandoli de facto, solo agli Assassini ed alla loro Codardia. Quelle Madri, che accettando di continuare a vivere ogni giorno ed a lavorare per la Libertà, permettono alla Vita Viva dei loro Figli di risuonare e dare nuova via di riscatto non solo ad un Popolo, ma all’intera Umanità, straziata.
L’ispirazione epica, l’indicazione di direzione sono chiari, allo Spettatore, ed al Lettore – il Bardo parla, sta parlando ora, e canta, e con dolci note risveglia, il suo Popolo. Vincere è sempre e solo che vince tutta l’Umanità. Non basta più qui che sia, con giustizia, divisa la scena in vittime e carnefici. Che il carnefice sia perseguito. Qui l’urlo di dolore – nitido, puro, senza orpelli appunto – vuole che sia sradicato ciò che uccide l’Umanità, di tutti. Che sia sradicata l’ accettazione della morte, dell’Umanità. Questo l’atto vivificante di Attori generosi e magistralmente guidati, l’atto nudo dell’accadere scenico di un testo possente come “Mar del Plata”. Questo lo svelamento : di fronte alla più cruda delle perversioni naziste, solo una reale salda inamovibile Fede nella innata natura degli Esseri Umani trova una soluzione concreta, percorribile. Vincere è non avere paura che il nazismo sia più forte dell’ Umanità. Questa Fede inamovibile è Libertà.

Monica Lanzillotta
Si dedica a sostenere Cambiamenti effetto di Trasformazioni, sulla base dei parametri Etici e di  Sentimento innati, strutturali  e universali della natura dell’ Essere Umano. E’ promotrice dal 2003 di un tema formativo di propedeutica alla mediazione dei conflitti. Pioniere della Psicologia Olistica in Italia, Operatore di Craniosacral Terapy Metodo Upledger, si occupa da due decenni di dare risposte verificate in termini di Atteggiamento, Stile di Vita e Scelte, a quadri disattesi dalla medicina ufficiale, in particolar modo l’Encefalo Mielite Mialgica o C.F.S. Partecipa al sostegno di progetti di Poesia, Scrittura, Teatro, Cinema, Sicurezza, Emergenza, Educazione, Formazione, Ambiente, il cui obbiettivo è far emergere i potenziali innati dell’Essere Umano.