Prima Zona.

L’ itinerario dell’attrice comincia alle spalle del pubblico

Il processo a Maria Antonietta comincia con un suoni impercettibili che vanno a comporre una partitura del dire:  il capoverso “dicono ” viene gettato dalle labbra del personaggio in pasto al pubblico.

Il corpo di  Maria Antonietta / carne e sangue dell’attrice  Isabella/ parla a se stesso, agli altri, in difesa di se stesso. Noir, noir,la luce oscurata della luna, attraversa lo spazio scenico, con accenti sinistri. Maria Antonietta/Isabella  si fa strada, quanto il fatto storico che racconta .

Seconda Zona.

Dalle mode alla morte

Il racconto gioioso del suo arrivo alla corte francese brilla di linfa vitale.“Quando sono morta?”chiede  Maria Antonietta. Sale la tensione,accompagnata da una splendida musica… lo sguardo fisso lontano…  mostra le spalle al pubblico  Maria Antonietta/Isabella inghiottita verso il fondo buio in una camminata lentissima.Sarà quello il patibolo?

Nessuno stereotipo.

Maria Antonietta/Isabella  dalla fierezza che ricorda il personaggio di  Maria Stuarda, eccelle nei cambi di voce, sa muoversi in una scena scarna, creando  varie atmosfere. L’attrice incastonata nel suo ruolo, rifugge gli stereotipi, da sempre. Un’ interpretazione impeccabile,da applausi.

Titoli di coda

Processo a Maria Antonietta

Anteprima assoluta

Roma Palazzo Altemps nell’ambito della rassegna Ō TEMPO DI

Testo di Filippo Danovi

Drammaturgia e regia Cristiano Leone

Co-regia di Silvia Segnalini

Con Isabella Carloni