Nel 1978 le rivoluzionarie Sorelle Bandiera (trio musicale e comico drag queen composto da Tito LeDuc, Neil Hansen e Mauro Bronchi) cantavano “Fatti più in là, Così vicino mi fai turbar”, storico brano (scritto da Renzo Arbore) che giocava sul tema dell’ambiguità, chiedendo ai cantanti/attori di allontanarsi tra loro per un motivo ormonale e sentimentale.
Ci si allontana dagli altri
Oggi invece, nel 2020, in pieno Covid, ci si allontana dagli altri senza bisogno di esserne innamorati o attratti; ci si allontana fisicamente da tutti per rispettare il distanziamento sociale.
Ecco quindi che nella nuova ironica parodia musicale di Federico Saliola, per l’occasione in versione en travesti, “Fatti più in là, Cosi vicino mi fai turbar” diventa “Fatti più in là, il Coronavirus sento arrivar”.
“Ad inizio pandemia non volevo scherzare sul Covid, non volevo creare video su questo argomento. Speravo che tutto passasse presto e che potessi continuare a realizzare pillole comiche in piena spensieratezza o parodie estive con i miei amici colleghi.
Poi in molti mi hanno scritto sulla pagina chiedendo una mia parodia sul Coronavirus. Mai deludere il pubblico! Così ho pensato a Fatti più in Là; penso possa essere il giusto compromesso tra ironizzare su un argomento importante e delicato ma nello stesso tempo lanciare il messaggio del rispetto delle regole anti-contagio come distanziamento, mascherine, guanti e quant’altro” – racconta l’autore.
In video anche gli attori Ettore Rotundo e Grazia Leone (in foto qui sotto), quest’ultima perfettamente trasformata (mantenendo quel velo di ambiguità del 1978) in un uomo.
Trasmesso da Raitre
Trasmesso da Raitre, all’interno di una puntata di Blob nel novembre scorso, e a random dalla televisione musicale StandbyTV, il video sta rimbalzando di cellulare in cellulare preparandosi a diventare il tormentone musicale sul covid, riscuotendo un ottimo successo soprattutto su Facebook e TikTok.
Federico interpreta una donna ipocondriaca e ligia alle regole del Covid, mentre Grazia un uomo menefreghista, arrogante e soprattutto negazionista.
Tutto si svolge all’interno di un’automobile degli anni ’70, nei sedili posteriori.
Cosa succede quando un negazionista si siede troppo vicino ad un’ipocondriaca?
Come potrà finire?
